Luce rubata al giorno di Emanuele Altissimo


C'è una sorta di malinconia velata lungo tutte le pagine di questa splendido romanzo di formazione, una atmosfera che potrei definire di dolorosa inconsapevolezza.

Nove mesi dopo che mio fratello se n'era andato, ricevemmo una telefonata.
Spalancai gli occhi nel buio della mia stanza, attesi i passi del nonno, poi mi alzai. Ci mise tanto a rispondere. Attraversai il corridoio, mi fermai sulla soglia del salotto. Era accanto al mobiletto del telefono con una mano tra  capelli. La teneva ferma come se ci fosse il vento.
"Mi dia un istante" disse.
Accese la lampada e mi vide. Dalla strada arrivò il suono di un clacson.I cani del quartiere abbaiarono insieme. Agitò la mano libera per allontanarmi e crollò sul divano.
Incipit

Opera prima di Emanuele Altissimo, il libro è stato pubblicato recentemente e subito amato da tutti i lettori, forse perché riguarda un tema ingombrante e molto doloroso.
Il giovane protagonista infatti, si deve confrontare con la follia del fratello, solo lui infatti sembra rendersene conto, impaurito e indifeso di fronte a una sofferenza incomprensibile, nascosta, che serpeggia non detta, non rivelata, sotto un cielo scuro senza luce.

La follia domina tutto il libro pure se non visibile chiaramente eppure dirompente, prende sempre più corpo in un crescendo che, come una sinfonia, inizia quasi in sordina e aumenta progressivamente, preannunciando l'esplosione finale.
Si tratta a tutti gli effetti, di un evento quasi annunciato, che cambierà per sempre la vita dei vari personaggi.

Nonostante l'argomento difficile, il libro è molto scorrevole, si legge rapidamente, compresi dal vortice della storia e dai suoi risvolti instabili. Molto bello.



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