Non tutti i bambini amano andare in bicicletta di Williams Cesar Priore


Appena ho terminato di leggere questo romanzo di Williams Cesar Priore intitolato  Non tutti i bambini amano andare in bicicletta, mi sono seduta a riflettere sulla storia che raccontava e sul paese nel quale è ambientato. Un paese molto lontano l'Uruguay, un luogo che mi piacerebbe moltissimo visitare così come l'intero il Sud America.

Il protagonista di questo libro autopubblicato e quasi del tutto autobiografico, è un ragazzino di undici anni che vive a Montevideo alla fine degli anni ottanta del novecento. In queste poco più di 120 pagine c'è tutta la vita di quel periodo, l'amore per la famiglia, le emozioni e i primi turbamenti di un bambino che sta crescendo, che sta imparando l'età adulta.
La bicicletta di cui si parla nel titolo è quella che Cesar si costruirà pezzo per pezzo, lavorando duramente nonostante la giovane età, per rincorrere un sogno di nome Patrizia.

La storia è scritta molto molto bene, è scorrevole e avvincente, tenera, dolce.
Devo dire che la lettura di queste pagine così piene di ricordi, di una velata nostalgia, pagine dove grandi e piccole emozioni si alternano ai fatti della vita, mi ha colpito al cuore.

Per questo ho chiesto all'autore, che vive ormai da alcuni anni in Italia e lavora come artiere ippico, di rispondere a qualche domanda sul suo romanzo. Ne esce un ritratto che rispecchia la stessa atmosfera delicata che traspare dal libro...

Come è nata l'idea di questo libro e quanto tempo hai impiegato a scriverlo?
Era un po’ di tempo che pensavo a quella che era la mia infanzia, alla mia famiglia ed a tutte le vicissitudini
 che sono passate nel giro di 30 anni. Insomma, pensavo alla mia vita in generale. Ero un po’ scettico all’inizio,
 non ero convinto al 100%. Poi ho iniziato a buttar giù le prime righe… Non sono più riuscito a smettere. 
Ci ho impiegato circa un mese, un mese e mezzo per scrivere ed ideare la copertina.

La tua famiglia ti ha sostenuto in questo progetto?
Assolutamente sì. 
I miei figli, non appena gliel'ho detto, erano entusiasti. 

Cosa rimpiangi dell'Uruguay e cosa invece sei stato contento di abbandonare?
Dell’Uruguay mi manca tutto. Dopotutto è la mia terra, le mie radici sono ben conficcate in quel terreno.
 Purtroppo la mia famiglia è divisa. Mia mamma, mia sorella e mio nipote sono rimaste li. 
Mentre i miei due fratelli sono qui in Italia. Spero vivamente, un giorno, di poterci riunire tutti insieme 
e non solo per un breve periodo. 
Beh, “contento” ed “abbandonare” sono due parole che non suonano molto bene insieme. 
Diciamo che sono contento di essere riuscito a far crescere i miei due figli qui. 
Non che non lo sarei stato se fossi rimasto in Uruguay… Purtroppo però li c’è ancora tanta povertà
 e se non sei più che forte è difficile. 

Come ti sei sentito una volta terminato di scrivere il libro?
Ero emozionatissimo ma anche incredulo, non avrei mai pensato di riuscire a portare a termine un progetto
come questo. 

 Hai un sogno nel cassetto?

Beh, quello più grande è quello di riuscire a far leggere il mio libro a quante più persone possibili.
Mi piacerebbe che le mie parole raggiungessero anche le persone più lontane. 

 Cosa diresti al bambino Cesar del tuo romanzo se potessi parlargli?
Gli direi di godersi la vita fino in fondo. Di non spendere troppo tempo in sciocchezze, di godersi quello 
che sarà riuscito a costruirsi ogni singolo minuto di ogni singolo giorno. 
E, soprattutto, gli direi di non essere pessimista. 
Di guardare al domani come una nuova opportunità per rimediare a quello che, sicuramente, avrà combinato ieri. 

Lavori con i cavalli, creature sensibilissime, questo fatto ti ha in qualche modo influenzato nella scrittura?
I cavalli non solo hanno influenzato la scrittura ma hanno influenzato tutta la mia vita. 
E’ il lavoro più bello del mondo. Il solo potergli stare vicino mi fa stare bene e mi fa vivere dei momenti di felicità 
indescrivibili.

Qual è il tuo momento preferito per scrivere?
Difficile dirlo. 
Difficile capire quando l’ispirazione arriverà.

Pensi di continuare il mestiere di scrittore?
Mi piacerebbe molto anche se questo mondo non è facile, purtroppo. Ma a me piacciono le sfide, quindi…

Le sfide sono il motore della vita !!  
Ringrazio l'autore per avermi inviato una copia omaggio del suo bellissimo libro.

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