Harold e la matita viola di Crockett Johnson




Pubblicato circa a metà del secolo scorso, questo piccolo libro per bambini ormai diventato un classico, merita di essere ripreso in mano un momento con calma, per apprezzarne alcune caratteristiche che lo rendono una vera e propria, nonché attualissima, chicca.

Il suo autore, Crockett Johnson pseudonimo di David Johnson Leisk, è stato l'autore di una delle strisce fumettistiche più famose negli anni '50 del novecento, oltre ad aver illustrato numerosi libri per bambini.

Il libretto, perchè di questo si tratta, di un piccolo delizioso libricino, può essere definito come un  vero o e proprio inno alla fantasia e confesso che ne sono assolutamente innamorata, per questo ne parlo qui nel mio blog, dove raccolgo tutti i libri che amo appassionatamente, anche quelli per bambini.

La storia narrata è semplicissima: prendendo in mano una matita, in questo caso si tratta di una matita viola ma potrebbe essere un pennarello o un pastello senza differenza alcuna, il piccolo Harold, di un'età indefinita prescolare, vive avventure incredibili, disegnando una linea continua che corre lungo tutte le pagine e gli permette di creare intorno a sé un mondo pieno di meraviglie.

Armato solo della sua matita viola, Harold è capace di affrontare la paura del foglio bianco ovvero la paura del nulla e riesce a superare i suoi timori per raccontarci queste incantevoli pagine.

Il libro fu stato pubblicato per la prima volta nel 1955 e viene da pensare come un testo così innovativo fosse considerato assolutamente all'avanguardia per quell'epoca, soprattutto perché travalicava qualsiasi tipo di impaginazione attraverso l'uso di questa linea viola assolutamente ribelle, che entrava e usciva dalla pagina e creava tutto quello che voleva.

Un libro quindi non solo rinnovatore e progressista ma anche portatore di un pensiero diverso di vedere le cose. Lungo tutto il libro solamente Harold si muove fra le pagine, il suo disegno rimane fisso e lui lo attraversa come se si tuffasse nella pagina stessa, creandola così con la sua matita viola.

I disegni del bimbo sono talmente realistici che addirittura lo spaventano oppure al contrario lo coccolano. Come quando alla fine della prima storia, dopo aver disegnato il suo lettino, Harold lo usa per dormire, coprendosi ben bene.  Solo in quel momento, al calduccio e ben riparato, Harold si addormenta, lasciando cadere la famosa matita viola. Fino a quel momento infatti, la matita era sempre rimasta fra le sue piccole mani, come uno strumento magico capace di farlo viaggiare ovunque con la fantasia.

Nelle storie narrate senza alcuna parola, c'è comunque sempre un punto fisso, nella prima storia è la luna che segue il bambino e resta il suo punto di riferimento nel cielo, come una bussola per orientarsi trovare la propria strada.

Una bellissima metafora della vita.

Consigliatissimo.




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