Lettera a Dina di Grazia Verasani



Grazia Verasani in questo libro, ancora una volta parla di amicizia e di amicizia al femminile. E lo fa in maniera stupenda.

La storia, che è come sempre ambientata nella città di Bologna, racconta di un legame fra due ragazze adolescenti, compagne di classe provenienti da famiglie molto diverse, che in qualche modo riescono a compensarsi a vicenda e a diventare molto unite, proprio durante gli anni di maggiore fragilità personale.

La voce narrante del libro appartiene a una delle due giovani ormai arrivata all'età matura, che scrive di sé e dei suoi ricordi, scrive del suo dolore perché il tempo passato ha cambiato molte cose, alcune irreversibilmente.

Tutto è cominciato circa un anno fa.
No, non è esatto.
Tutto è ricominciato circa un anno fa, e più precisamente quando R. è entrato nella mia vita.
Sentendolo suonare Schubert pensai che non era solo un virtuoso del pianoforte. Era intenso, ma di una intensità quasi casuale, da mezzo genio inconsapevole, ed era anche affascinante: occhi più grigi che azzurri, capelli scuri con qualche filo bianco e un sorriso lento, pacato.
Verso mezzanotte, al tavolo di una trattoria, mi si strinse vicino con la sua sedia per fare posto ad altri amici comuni che erano sopraggiunti. Gli feci i miei complimenti per il suo concerto e lui mi ringraziò alzando un pò le spalle e versandomi il vino con galanteria. Quando gli chiesi qual era il suo musicista preferito, R. rispose "Chopin".
(incipit)

Il libro è estremamente scorrevole, bello, intrigante, avvolgente, scritto proprio come se si trattasse di una lettera all'amica ormai perduta, ma anche a se stessa e alla gioventù che non ritorna.

Scoppiammo a ridere all'unisono.
Ed è in quel momento che decido che mi prenderò cura di te. Perché mi dici che pensi sempre a quanto ci siamo divertite da piccole, e che anche se ci siamo un pò perse tu mi vuoi bene,e io ti dico che per me è la stessa cosa, azzerando in un attimo tutte le cose e le persone che nel frattempo ti hanno sostituita.
cit. pag 64

A mio parere questo è uno dei libri più belli della scrittrice, toccante quanto basta per diventare intimo e dolcissimo, pieno di memorie e di riferimenti temporali agli anni 70/ 80 del novecento, un libro da centellinare piano piano, perché il dolore va assaporato lentamente, per non lasciarsene travolgere, per farlo proprio, per comprenderlo fino in fondo e riuscire a trarne un insegnamento.

Sicuramente consigliato.



Commenti

  1. Risposte
    1. Grazie a te, questo libro mi ha coinvolto parecchio e mi è rimasto nel cuore. Grazie per averlo scritto !!

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