Conversazioni con l'autore / Giovanni Filipponi



La settimana scorsa, per la prima volta nella mia vita, ho conosciuto un poeta .

E quando dico poeta intendo una persona veramente immersa nella poesia e nella sua bellezza.
Sto parlando di Giovanni Filipponi o meglio di Giò così come ama farsi chiamare, ovvero un ragazzo non ancora trentenne di bell'aspetto e belle parole, parole sincere e spontanee.
Amante dei boschi e e dei sentieri deserti, si definisce aspirante poeta ma ha scritto anche alcuni racconti che sono riusciti a catturare alcuni premi in vari concorsi di genere.
Alla fine della conversazione trovate il link per leggere proprio uno di questi racconti, delizioso per la sua originalità creativa.
Come dicevo, io e Giò ci siamo incontrati di persona e abbiamo piacevolmente conversato davanti alla sua enorme coppa di gelato al bacio e Giò mi ha spiegato molte cose di sè, della sua poesia e delle emozioni che riesce a trascrivere in versi. Ora vi racconto tutto.

Comincerò giustamente con una poesia tratta dal suo primo libro Io non scrivo: poesie, questi versi  sono stati composti pochi giorni prima che il libro stesso andasse in stampa e  mi piacciono moltissimo perchè mostrano la connessione che esiste fatalmente tra colui che legge e colui che scrive (la pubblico è chiaro, con il permesso dell'autore, così come le altre presenti nel post).

Vivo una vita ancora
ogni volta che
un pezzetto di me
un ritaglio di emozione
serve a rattoppare
o a guarire anche
solo un'anima o
un'anima sola.

Perciò non dire grazie,
ci siamo salvati in due.


La mia prima domanda a Giò è stata classicamente questa: perchè hai scritto un libro di poesie ?
La sua risposta mi ha chiarito che scrivere poesie è un bisogno dell'anima, un grido per dire qualcosa a se stessi ma non solo, è allo stesso tempo un elogio all'emozione che si sta provando.
Scrivere versi è un modo per elevare il sentimento che si sta vivendo.

Devo dire che il libro di Giovanni è molto bello, è stato scritto in un periodo di tempo che va dal 2014 ad oggi e infatti le prime poesie sono più oscure e aggrovigliate, diventando molto più aperte e luminose mano a mano che si prosegue nella lettura, come se da un intricato nodo di fili si arrivasse a dipanare ogni attorcigliamento fino ad ottenere una trama liscia e ben pettinata.



Per comporre le sue opere Giovanni segue spesso il senso del momento e raccoglie parole in versi su qualsiasi pezzo di carta gli capiti a tiro, per non perdere l'ispirazione che si sa dura un attimo e poi svanisce. Molto spesso scrive seduto a un tavolino del bar, incurante di voci e traffico, anzi forse protetto proprio da quei tipici rumori cittadini.
Trascrive spesso sul pc oppure usa direttamente una vecchia macchina da scrivere, la mitica lettera 32, che sinceramente adoro perche rende ogni frase un piccolo capolavoro di battitura.
Legge quasi esclusivamente libri di poesia, in particolare di grandi autori come come Ungaretti, Neruda, Salinas e anche Alda Merini, subendone inevitabilmente l'influsso.

Una delle poesie più struggenti della raccolta è sicuramente quella intitolata Prima lettera a mia madre, dove i sentimenti di amore e di dolore sono il perno centrale dei versi e se avrete la possibilità di leggere questo libro, ne potrete cogliere l'aspetto più dolce.


Ho poi chiesto a Giovanni se di fatto essere un poeta sia un aspetto faticoso da vivere, per via di quella particolare sensibilità che le persone con il talento della poesia si ritrovano incredibilmente nel dna. Mi ha risposto che naturalmente è così, come avviene per uno sportivo che si confronta con altri atleti. Purtroppo a volte il genere poetico non viene apprezzato come dovrebbe essere, anche da persone che si reputano amiche.

Infine, citando un'altra poesia che compare nel volume, ho chiesto se veramente la poesia gli ha salvato la vita. Sì, la poesia libera e permette di volare. Come fosse un volo, nell'azzurro del cielo aggiungo io...

Ma la tua musa ispiratrice chi è, chiedo curiosa ...e lui candidamente confessa che si tratta della sua compagna Paola.


Io ti conosco a memoria

Non ho bisogno di luce per sapere chi sei
io ti conosco a memoria
le tue linee, i tuoi fianchi tutta:
io so chi sei.
Il tuo corpo è il baricentro del cielo
mari e stelle si soppesano in te.
Tutto sostieni tu, tutto
Se ti sposti; nomi, cose, età, monumenti,
tutto crolla.
E ti abbraccio,
ed eè come stare fra le braccia del vento.
E ti bacio,
ed è come baciare le labbra di una nuvola.
E le labbra di una nuvola
sanno di cielo e di te.


Nel suo futuro letterario di Giovanni ci sono altri libri naturalmente, altre avventure poetiche ma non solo, forse anche un libro in prosa...
Sicuramente se decidesse di cimentarsi con una serie di racconti come quello che potete leggere qui, credo che sarei la prima ad applaudire.

Il libro Io non scrivo: poesie è acquistabile su Amazon in cartaceo oppure ebook, ma se contattate Giò su Facebook oppure su Instagram ( @pensierialsole)  potrete sicuramente ottenerne una copia  firmata dall'autore, come la mia...

Grazie

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