Conversazioni con l'autore / Sara Masvar




Oggi parliamo di una scrittrice emergente di nome Sara Masvar, come vi avevo già accennato in questo post , il cui libro mi ha veramente entusiasmato fin dalle prime pagine per il suo stile veloce, rapido e avvincente.
Converrete con me che un buon libro lo si riconosce immediatamente, bastano appena pochi capitoli per coglierne il ritmo narrativo e l'atmosfera e posso sicuramente dire che il romanzo di Sara mi ha subito appassionato.

Racconta di un amicizia tra due donne, una storia che non lascia fiato al lettore sia per  lo svolgersi della trama sia per lo stile narrativo particolare, con le sue frasi brevi e incalzanti, con i salti temporali che si integrano perfettamente nel ricamo della vicenda. Credo comunque che la forza del romanzo stia soprattutto nella voce narrante, questa prima persona al femminile che racconta di sè e del suo modo di essere senza nessuna indulgenza, quasi spietatamente.
E lo fa con grande potenza, attirando sempre di più il lettore inconsapevole.


Io e Sara non abbiamo potuto incontrarci personalmente per parlare insieme del suo libro, abbiamo optato per una conversazione differita attraverso alcune domande mirate a conoscerla meglio.

Per prima cosa ho chiesto all'autrice di raccontarci qualcosa di sè, non solo  per rompere il ghiaccio con i suoi lettori ma anche perchè quando qualcuno racconta la sua personalissima storia è sempre bello ascoltarlo, lo scopo della conversazione è anche questo. Dunque ascoltiamola.

Non è facile per me descrivermi ma ci provo.
Sara, classe 1987, un pò ligure un pò veneta un pò sarda, da sempre consapevole che l'unica cosa che sapessi fare davvero è scrivere. 
Grande appassionata di musica rock, cinefila accanita, tanto affezionata alla poesia e soprattutto ad Alda Merini da essermela tatuata addosso, la filosofia buddista fa parte di me. Pensa positivo e la vita ti sorriderà.
 Attualmente moglie e mamma, aver mollato il lavoro con un bimbo di dieci mesi è stato quasi un obbligo ma questa cosa mi ha dato il tempo di rimettermi in gioco e di ricominciare a scrivere. 
Sono una persona piuttosto alla mano, molto sarcastica ma purtroppo (o forse per fortuna) parecchio lunatica, cosa che incide in qualsiasi ambito della mia vita, scrittura inclusa. 
Ho superato diverse difficoltà nella vita, perso amici e persone care in svariati modi, oltrepassato ostacoli che non avrei mai pensato di superare, raggiunto obbiettivi che anni fa mi sembrava anche solo stupido pormi. 
Amo ripetere sempre che non voglio precludermi niente nella vita e, dopotutto, forse ci sto riuscendo.


Ecco Sara, la prima domanda per ogni scrittore è sempre la stessa:
come è nata l'idea di questo romanzo e quando hai cominciato a scriverlo?

Ho cominciato a scrivere di Sofia e Silvia nell'ormai lontano 2009 complice un periodo di stop fra studio e lavoro.
L'idea non so neanche com'è nata, è mia abitudine sedermi e lasciare che la storia esca fuori da sè ed è successo, come molte altre cose. 
Nell'ultimo anno ho apportato molte modifiche alla stesura vera e propria del romanzo ma non ai personaggi, alcuni hanno cambiato nome (Ermes all'inizio doveva chiamarsi Ettore, per dire) ma le vicende sono sempre rimaste tali.


Ci piacerebbe anche conoscere quale sia la motivazione interiore che ti spinge a scrivere e a scrivere ancora...

Scrivo per passione e perchè mi rilassa molto, mi aiuta a staccare dalla vita e dai momenti, soprattutto da quelli più difficili. Sembra scontato e banale ma scrivere di personaggi diversi mi fa sempre sentire come se io stessa avessi la possibilità di essere diversa per background, aspetto, carattere ed anche relazioni sociali in generale.
Per scrivere mi metto al pc e lascio che le parole escano da sole, spesso non seguo un filo logico. 
Le migliori idee mi spuntano in testa proprio poco prima di addormentarmi per questo da praticamente sempre dormo con accanto a me un notes ed una penna su cui appunto idee, situazioni, nomi, poesie. 
E poi c'è la musica, non posso scrivere senza sottofondo, che varia a seconda del periodo ma che è sempre e comunque attinente al rock od al cantautorato italiano

Devo riconoscere che la tua scrittura narrativa è molto personale, veloce ed essenziale, coincisa. Riflette il tuo modo di essere e di vivere o è solo tutta fiction ?

In realtà negli anni sono molto cambiata, da ragazzina pensavo che la cosa più importante nella vita fosse ciò che gli altri pensavano di me, ora invece esco di casa e semplicemente me ne frego. 
Insieme con me è cambiato anche lo stile di scrittura, che è sempre stato comunque un pò particolare soprattutto per quanto riguarda vocabolario e punteggiatura (il tasto dolente di tutti i miei anni del Liceo, quanti problemi ho avuto per stare dietro agli stili che impongono) ma non saprei dire se riflette il mio modo di essere. 
Forse a questa domanda dovrebbero rispondere mio marito o le mie amiche!

Puoi raccontarci in quale modo è venuto alla luce il personaggio di Sofi, la protagonista del romanzo, ti sei forse ispirata a qualche persona reale ?

Sofia e Silvia sono due facce della stessa medaglia. Ho vissuto questo genere di amicizia e posso tranquillamente dire che quando si perde è difficile accettarlo.
 Non mi sono ispirata a nessuno o forse mi sono ispirata un pò a tutti quelli che ho conosciuto, come alla fine per ogni personaggio della storia. Solo Dafne è stata ispirata da qualcuno e sicuramente lei, se sta leggendo, lo sa.

Siamo molto curiose di sapere quello che hai provato scrivendo la parola fine, dopo 365 pagine di narrazione, come ti sei sentita ?

Ho scritto l'epilogo della storia ancora prima di scrivere tutto il resto, già sapevo come sarebbe andata a finire, ho scritto quasi all'indietro. E' stato fantastico rileggere e vedere che, dopotutto, ero riuscita a dare un senso a tutte quelle storie.
E comunque non è detto che sia la fine...

Infine, quale è stata la tua reazione personalissima, quando per la prima volta  un estraneo ha letto il tuo romanzo ?

Per quasi dieci anni ho preferito non far leggere a nessuno, forse per vergogna o paura, poi d'un tratto mi sono detta che a cosa servivano tutte queste cose scritte sul mio notebook se le potevo leggere solo io?
Ed allora mi sono decisa ed ho fatto il grande passo.
Le prime due persone che l'hanno letto mi hanno piacevolmente colpito con solo riscontri positivi e per me è stato una soddisfazione unica ed inspiegabile, questo mi ha dato molto coraggio. 
Presto sicuramente, tempo permettendo, pubblicherò altre storie, una delle quali è stata scritta negli ultimi mesi di getto e racconta di Viola, una professoressa atipica con una storia complicata alle spalle. Un bel personaggio che però non mi starà mai a cuore quanto mi sta Sofia!

E Sara prosegue...
...se posso aggiungere un aneddoto divertente ( ma certo Sara !! ) ...nella prima stesura
di "Come chi si aggrappa al filo dei ricordi" che risale al 2009 , il tutto era ambientato nel 2014 
(ho poi dovuto anticipare i tempi perchè nel 2009 non potevo sapere che impatto avrebbero avuto i social sulla nostra vita ed alcune cose sarebbero sembrate assurde!) ed il matrimonio di Silvia e Jun aveva come data il 15 giugno. 
Indovinate quando assolutamente inconsapevolmente mi sono sposata??
Nell'ultimo anno, quando ho ripreso in mano il libro per sistemarlo ed ho riscoperto la data che anni fa avevo scelto mi sono sentita una specie di Nostradamus. 

Un grazie veramente sincero a Sara che mi ha permesso di entrare in punta di piedi nel suo mondo e di scoprire come la passione di chi scrive e di chi legge non sia poi così diversa !!  

Il suo  romanzo ha ricevuto delle recensioni molto buone sul sito di Amazon, dove si sa che i lettori amano trascrivere le loro impressioni a caldo. Sul sito è ovviamente anche possibile acquistare il libro in edizione ebook ad un prezzo mooolto interessante oppure comprarlo nella più classica versione cartacea.

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