Lonely Betty di Joseph Incardona



Lonely Betty è un romanzo breve molto particolare, un centinaio di pagine molto molto belle e con della caratteristiche assolutamente insolite, raccoglie un concentrato incredibile di personaggi e di parole che in un primo momento possono persino disorientare il lettore meno accorto.
Per questo motivo credo debba essere letto senza fretta, intervallando e centellinando le pagine per non sovrapporre troppe informazioni una sull'altra e rischiare così di fare confusione.


Era una domenica, la vigilia di Natale. In meno di dodici ore, lo spazzaneve era già passato sei volte sul tratto della Route 9 che attraversava Durham. Chi guidava il camio in quel momento, tale Mike Dougladis, dichiarerà più tardi ai microfoni  della radio locale WZON di non avere mai visto tanta dannata neve fresca cadere sulla cittadina da quando i suoi genitori avevano lasciato Patrasso (Grecia) per stabilirsi nel Maine, quando lui aveva cinque anni.
Incipit


Mi sono accostata a questo libro con grande curiosità, viste anche le numerose e non troppo benevoli recensioni che lo bollavano quasi come incomprensibile, ho scoperto che si tratta invece di un libro che è una parodia, direi quasi uno splendido scherzo letterario e come tale va ascoltato.

L'ex tenente aspettò che fosse lei a parlare.Si limitò a guardarla mentre le accarezzava il dorso della mano, proprio come avrebbe fatto con sua madre se fosse stata ancora viva. Betty Holmes sospirò prima di dire:"Riguarda i fratelli Harrys".
cit.pag.53

Racconta una storia che ha il profumo del giallo investigativo, in realtà leggendo mano a mano tutto il libro si scopre con sorpresa che l'aspetto poliziesco è solo fumo per gli occhi, perchè l'aspetto più interessante è quello surreale e quasi comico della narrazione. Un insegnante centenaria durante la sua festa di compleanno riprende a parlare dopo trentanni di silenzio e rivela di conoscere il colpevole di un evento accaduto ben sessantanni prima. Da questo punto di partenza si svolge il la trama del racconto, che andrà a rivelare la verità e necessariamente anche il nome , e qui viene il bello, del colpevole.
Non voglio svelare oltre, ma sicuramente questo libro è un omaggio a uno dei più grandi scrittori americani contemporanei, scoprirlo mi ha veramente fatto sorridere.

Svitò il tappo dalla fiaschetta, bevve quel che restava. Si accese una sigaretta, avvertì la densità del silenzio che lo avvolgeva. Si sentiva bene. Quello, anche, era la vita, sfiorare il dolore e tirare dritto, senza voltarsi.
cit.pag.78

Come sta scritto sulla quarta di copertina, questo libro è per chi non ha paura di giocare con i mostri  (quelli letterari, dico io), per chi ha capito che il disegno del destino è scritto nelle strane incongruenze di ogni giorno e per chi adora il silenzio perfetto dei paesaggi innevati.



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